Continua il sogno: Nola sul tetto Campano.

E Nola paura non ne ha avuta. Neppure un leggero tremolio di gambe e nemmeno l'ombra di una stanca e mediocre abitudine a vincere. La fame dei giorni migliori, la grinta di superare un altro ostacolo, l'ennesimo brillantemente saltato, con stile, velocità, concentrazione. Il pronostico è stato rispettato e anche questa volta, gettato il cuore oltre un ostacolo chiamato Castellammare. Ma già dalla vigilia si respirava la concentrazione, si tagliava con il coltello una tensione positiva, quella di un gruppo che è e rimane tra i migliori dell'A.I.A. E non solo calcisticamente. Un'altra partita, l'ennesima, che ha dimostrato come l'età che passa, magari qualche acciacco in più, non possano scalfire uno spirito di gruppo, un'abnegazione, una fierezza, che Nola porta con se sin dalle prime partite insieme, da quando un Mister, Carmine Russo, un Vice, Giovanni Miele ed un Presidente, Severino Vitale, hanno preso per mano tutti i ragazzi e li hanno condotti ad essere quello che sono e quello che puntano ancora a diventare. I 18 ragazzi che hanno preso parte alla gara e i vari infortunati o componenti della rosa hanno, tutti, dato un contributo straordinario alla causa, sdrammatizzando momenti meno felici ed amplificando la gioia, in una vittoria che è stata insieme, del gruppo, ma anche di ogni singolo ragazzo. E la gara di ieri, in quel di Ercolano, è stata proprio il perfetto riassunto di questo connubio tra gruppo e singoli. Il 4-1 finale ha raccontato di una coppia d'attacco davvero infallibile: Arminio Michelangelo con due goal e due assist è risultato, senza alcun dubbio, il migliore in campo, correndo anche a coprire e beccandosi anche qualche calcetto, che non fa mai male. Carmine Pierro, invece, ha rappresentato una continua spina nel fianco per i centrali di difesa di Castellammare, continuamente preoccupati a limitare le lunghe falcate dell'airone nolano. Passando poi ai reparti, la difesa è tornata ad essere un baluardo inespugnabile, segno che concentrazione e fisicità la fanno sempre da padrone contro chiunque provi a penetrare tra le maglie bruniane: cenno di particolare merito va ai due esterni, Luigi Ferreri e Umberto Mancaniello, dei soldatini che non si limitano al loro compito, ma garantiscono anche sortite offensive, chiusure impeccabili e grinta da vendere. Domenico Sabatino, nettamente il migliore dopo gli attaccanti nolani e Guido Buonocore, ha praticamente annullato qualsiasi timido accenno di attacco stabiese ed, insieme ad un Francesco Foresta solo verso la fine un po' rilassato, hanno garantito quella solidità che ha da sempre rappresentato il marchio di fabbrica di Mister Russo. Piccola parentesi è quella del portiere, che a qualche uscita abbastanza precisa, ha poi alternato momenti di ordinaria follia, a cui ha abituato tutti ma a cui mai si abituerà in prima persona, vista la ripetitività con cui si ripresentano certi episodi. L'età che avanza, probabilmente, rappresenta un buon motivo per ripensare al suo utilizzo nelle prossime stagioni. Ma passiamo al centrocampo: il faraonico Buonocore è tornato. Corsa, dribbling, tiro, grinta e calma da leader. Non ce lo ricordavamo così dai tempi di Ancona e resta certamente lui la variabile impazzita della squadra, capace di condizionarne in bene ed in male le prestazioni. A lui si aggiunge Emilio Romano, eterno motorino tutto grinta e polmoni, vedi gli ululati post intervento. Ancora una piccola parentesi su Alessandro Coccia, sempre decisivo in questo torneo, stavolta limitatosi a sostenere il cosiddetto "compitino", utile si, ma non degno dell'enorme talento che lo contraddistingue. Infine, dell'undici iniziale, un grande encomio va al nostro Michele Napolitano, che ha dimostrato come l'attaccamento alla squadra e la voglia di combattere contro tutto, alla fine, diano i frutti e i risultati sperati ed i suoi lanci e dribbling illuminanti hanno dato alla squadra le geometrie e la fantasia che tutti, da lui, ci aspettiamo. E che dire poi di ragazzi come Gianpiero Miele, Andrea D'Avino, Filippo Colaninno, Geremia e Michele De Capua, Alfonso Napolitano, Nello Angelillo, Gennaro Colonnese, Ciro Maione. Tutti straordinari, nel subentrare o nel partire da titolari. Tutti capaci di non soffrire mai una panchina di troppo e sempre carichi al punto giusto per festeggiare, ad ogni goal, come se l'autore fosse uno di loro. E non si può non terminare con Giovanni Miele e Carmine Russo. Da quest'anno hanno ripreso a fare sul serio. Allenamenti, sane ramanzine, ma soprattutto grinta e una voglia che tutta l'A.I.A. può invidiarci. Ed è comprensibile che da fuori qualcuno non possa capire. La loro passione, il loro urlare per un goal, il loro correre ad abbracciare un "proprio" ragazzo, possono essere compresi solo se vissuti. E' il loro amore per la squadra, anche maniacale, esagerato in ogni misura, ad aver cimentato questo gruppo, con un Presidente, Severino Vitale, che ha dato a loro il compito di riprodurre, con questi ragazzi, una magia, una passione, che è la fedele riproduzione di come è intesa la vita associativa a Nola: bisogna credere nei propri mezzi perché ci sarà sempre qualcuno che ci condurrà per mano alla vittoria.